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Un cuore sempre giovane – Parte 1

Un Cuore giovane a tutte le età: Parte 1

Brochure – Un cuore giovane a tutte le età.pdf
Un cuore sempre giovaneConsigli di prevenzione cardiovascolare per le persone anziane
Testi a cura di Donatella Del Sindaco e Giovanni Pulignano

Evoluzione del concetto di Salute nella società che invecchia
Il processo di invecchiamento della popolazione generale è un risultato dei successi della medicina, ma rivela, al tempo stesso, la debolezza e i limiti degli attuali approcci alla gestione della salute. Indubbiamente i progressi della medicina e i miglioramenti dello stile e della qualità di vita nel mondo occidentale hanno migliorato le condizioni di salute: si vive meglio e più a lungo e l’Italia è fra i Paesi più longevi al mondo. Questi progressi hanno tuttavia un risvolto: un crescente numero di anziani.
Siccome non tutti invecchiamo allo stesso modo, alcuni anziani sono ancora indipendenti e pieni di vita, altri hanno problemi cronici di salute, altri ancora sono fragili e dipendenti. In questo modo aumentano anche i portatori di malattie corniche e i soggetti non autosufficienti. La promozione della salute e la prevenzione della dipendenza sono quindi obiettivi prioritari della società che invecchia. I principali provvedimenti per conseguirli sono ormai ben noti e comprendono:

1) la strutturazione in rete dei servizi di assistenza
2) l’approccio globale ai bisogni sanitari e sociali
3) la continuità assistenziale

L’obiettivo principale di questo programma non è solo il prolungamento della vita, ma anche il mantenimento della migliore qualità possibile: si tratta quindi non solo aggiungere anni alla vita ma soprattutto vita agli anni! Sia nella propria casa che in ospedale, l’anziano dovrebbe essere assistito rispettandone la fragilità , la complessità clinica e l’eventuale limitazione funzionale.

Ricorda: L’assistenza alla salute delle persone anziane, non comprende solo la cura, ma anche il prendersi cura
In tutti i paesi industrializzati, le malattie cardiovascolari come l’infarto o l’ictus cerebrale sono in continuo aumento e oltre la metà dei soggetti anziani ne è affetto. Esse rappresentano la principale causa di morte e causano circa la metà dei decessi.Le malattie cardiovascolari rappresentano anche una importante causa di disabilità, in particolare con le principali sequele cliniche: lo scompenso cardiaco e gli esiti dell’ictus cerebrale. L’impatto di queste malattie sul grado di autonomia e sulla qualità della vita dei pazienti anziani è notevole e comporta costi elevati sia in termini umani che economici.

Come e perchè si invecchia
Per quanto ci si sforzi nella ricerca di una definizione adeguata e con solide basi scientifiche, è ancora difficile definire un fenomeno cos&igarve universale ed allo stesso tempo eterogeneo. Se è facile riconoscere una persona che invecchia, osservandone i capelli canuti, la pelle rugosa o la schiena ricurva, definire e capire l’invecchiamento resta tuttora un motivo di discussione e di ricerca. La Gerontologia considera l’invecchiamento come un processo continuo, universale, progressivo, intrinseco e deleterio, che riduce progressivamente la capacità di un organismo a mantenersi in equilibrio (omeostasi) nei confronti degli insulti ambientali, aumentando pertanto la probabilità di ammalarsi e di morire. L’invecchiamento si può quindi delineare come “un processo che converte gli individui sani in fragili, con la diminuzione delle riserve in molti dei sistemi dell’organismo, e con un aumento in modo esponenziale della vulnerabilità a molte malattie e alla morte.”

La vecchiaia non è una malattia!
L’invecchiamento non è una malattia ma un processo che rende gli individui sani progressivamente fragili, La fragilità rappresenta una condizione complessa che in sintesi riduce le difese e la capacità di reagire di fronte alle malattie e agli eventi stressanti. L’invecchiamento costituisce quindi un fenomeno multifattoriale a cui concorrono in eguale misura fattori biologici, stile di vita e fattori sociali ed economici. Per questo motivo non tutti invecchiano allo stesso modo: esiste l’invecchiamento di successo e l’invecchiamento gravato da dipendenza e malattie. La prevenzione è possibile anche nell’anziano e considerare le malattie dell’anziano come conseguenza dall’età e non suscettibili di cure efficaci è soltanto un pregiudizio. Ricorda: la vecchiaia è difficile soprattutto a causa dell’isolamento sociale, dei problemi di salute e delle difficoltà economiche. In assenza di questi problemi, la vecchiaia può essere molto più dolce da vivere.

Ma il cuore invecchia?
Anche l’invecchiamento cardiovascolare non è di per se una malattia. Tuttavia, se, con l’avanzare dell’età il muscolo cardiaco conserva la sua forza per pompare il sangue, esso tende a diventare rigido (si rilascia con difficolt&agrve) e le sue pareti tendono a ispessirsi (ipertrofia). Il battito cardiaco tende a rallentare e risponde meno agli stimoli neurovegetativi. Le cellule cardiache modificano la loro composizione e struttura e le varie proteine che le compongono si trasformano, molte muoino e non possono essere sostituite da altre cellule muscolari ma solo da tessuto fibroso. Le valvole del cuore tendono a diventare rigide, a deteriorarsi e a perdere la loro funzione regolare. Le arterie, in particolare l’aorta, diventano rigide e meno elastiche e conducono il sangue con maggiore difficoltà. Nell’insieme queste modificazioni non hanno un significato di malattia, ma rendono l’apparato cardiovascolare meno pronto a reagire allo sforzo fisico e a stimoli vari, e possono predisporre allo sviluppo di malattie. Se si mantiene uno stile di vita sano e si pratica una regolare attività fisica i cambiamenti associati all’invecchiamento sono meno marcati e, talvolta, possono in parte regredire.

Invecchiamento cardiovascolare in sintesi:

1. Diminuzione volume cardiaco
2. Aumento spessori pareti cardiache per aumentata resistenza all’efflusso ventricolare sinistro da maggiore rigidità delle arterie
3. Possibili calcificazioni valvolari
4. Diminuzione patrimonio enzimatico con minore resistenza all’ipossia
5. Allungamento delle fasi di contrazione e rilasciamento

Esistono fattori di rischio cardiovascolare negli anziani?
Anche nella popolazione anziana la comparsa delle malattie cardiovascolari è facilitata dal rischio cardiovascolare globale: quest’ultimo dipende dalla presenza di fattori predisponenti: i fattori di rischio cardiovascolare. Il rischio cresce in modo esponenziale se sono presenti contemporanemente più fattori. Il tuo medico ti può aiutare a calcolare il tuo rischio cardiovascolare globale.

Pressione arteriosa alta (Ipertensione):
Circa i 2/3 degli italiani sopra i 65 anni soffre di ipertensione arteriosa (pressione superiore a 140/90 mmHg). In passato si pensava che l’aumento della pressione con l’età fosse un fatto naturale e che gli anziani non dovessero curarsi. Per questo motivo, purtroppo, ancora oggi non tutti gli ipertesi si curano. L’ipertensione rappresenta una importante causa predisponente all’ictus cerebrale e alla demenza, così come per le malattie del cuore. Controlla regolarmente la pressione arteriosa! Se hai la pressione alta consulta il tuo medico per modificare lo stile di vita e, se necessario, iniziare una cura. Se già assumi farmaci, assicurati che i valori di pressione siano sempre sotto controllo.

Aumento dei Grassi nel sangue (Dislipidemia):
Valori elevati di colesterolo (maggiori di 200 mg/dl) e trigliceridi (maggiori di 150 mg/dl) sono associati ad un rischio aumentato di malattie cardiovascolari. Il colesterolo, se in eccesso, si accumula sotto forma di placche nella parete dei vasi sanguigni (arterie) che diventano rigidi e possono restringersi: questo processo si chiama aterosclerosi. Queste placche possono rompersi e formare sulla loro superficie un coagulo di sangue (il trombo) che può chiudere completamente l’arteria. Se si chiude una arteria del cuore (coronaria), si genera un infarto cardiaco. Se chiude un’arteria del cervello si provoca un ictus cerebrale. Attenzione, in età molto avanzata il colesterolo non deve essere troppo basso.

Fumo di sigaretta:
Il fumo è responsabile di aumentato rischio di morte per malattie cardiache, ictus cerebrale, broncopatie e cancro. Purtroppo, anche se con l’avanzare dell’età la quota di fumatori si riduce, molti anziani continuano a fumare. Non dimenticare:

a) Smetti di fumare, non è mai troppo tardi!
b) Chiedi al tuo medico il modo di smettere
c) Chiedi aiuto e collaborazione ai familiari
d) Evita il fumo passivo.

Sedentarietà:
Nonostante le buone condizioni di vita, nel mondo occidentale un terzo degli uomini e quasi la metà delle donne non svolge alcuna attività fisica durante il tempo libero e questa quota si riduce drasticamente con l’avanzare dell’età.

Aumento di zuccheri nel sangue (Diabete) e malattie metaboliche:
Le malattie del metabolismo come diabete (glicemia superiore a 126 mg/dl), iperglicemia (glicemia compresa fra 110 e 125 mg/dl) e Sindrome metabolica sono molto frequenti anche in età avanzata. La Sindrome Metabolica viene definita come la presenza nella stessa persona di 3 o più delle seguenti condizioni:

1) obesità centrale (circonferenza vita superiore a 102 cm negli uomini e 88 cm nelle donne)
2) glicemia superiore a 110 mg/dl
3) trigliceridemia superiore a 150 mg/dl
4) colesterolo HDL inferiore a 40 mg/dl negli uomini o a 50 mg/dl nelle donne
5) pressione arteriosa superiore a 130/85 mmHg.

Tutte queste condizioni rappresentano una condizione di elevato rischio cardiovascolare.Se sei diabetico o hai la sindrome metabolica ricorda:

a) la glicemia a digiuno deve avvicinarsi alla norma
b) l’emoglobina glicata deve essere inferiore al 7%
c) mantieni un peso corporeo ideale e adotta uno stile di vita attivo
d) mantieni sotto controllo pressione arteriosa e livelli di colesterolemia.

Eccesso di peso: In alcuni paesi industrializzati è diventata una vera e propria epidemia: ormai una persona su tre si trova in soprappeso o &egtave obesa. L’aumento del peso appare correlato alle malattie cardiovascolari, al diabete e si associa alla cosiddetta Sindrome metabolica. In età molto avanzata, tuttavia, una eccessiva riduzione del peso può essere controproducente e associarsi ad una minore longevità.

Le malattie cardiovascolari nell’Anziano
Cardiopatia ischemica: Infarto miocardico e Angina

L’angina di petto e l’infarto colpiscono il 7% circa della popolazione a tutte le età. Nell’anziano, tuttavia, le manifestazioni cliniche tendono ad essere più gravi, e le cure, pur se ugualmente efficaci sono accompagnate spesso da effetti collaterali.

La causa è spesso l’aterosclerosi delle arterie del cuore,le coronarie, che possono restringersi per formazione di placche che ostacolano il flusso del sangue e che a loro volta di possono rompere e determinare la formazione di un trombo.
Un ruolo importante è rappresentato quindi dalla prevenzione verso i principali fattori di rischio.

Le cure sono tanto efficaci quanto precoce è la loro attuazione. Se senti:

1) dolore, bruciore o una forte pressione sul petto estesi o meno alle braccia
2) sudorazione, malessere, nausea o affanno improvviso

Non perdere tempo! Nel Pronto Soccorso dell’ospedale, la visita, l’elettrocardiogramma e analisi del sangue consentiranno al medico di confermare la diagnosi e instaurare la terapia adatta.
Questa si basa su farmaci che sciolgono i trombi nelle coronarie o su procedure come l’angioplastica, che consiste nella dilatazione del restringimento con un catetere dotato di palloncino, seguita dal posizionamento di uno stent: un dispositivo metallico che mantiene aperta l’arteria. Dopo la fase acuta, il principale problema è rappresentato dallo scompenso cardiaco: sono importanti le cure mediche e la riabilitazione.

Scompenso cardiaco:epidemia del terzo millennio
Lo scompenso cardiaco,il cuore affaticato, è una patologia tipica degli anziani e interessa un ottuagenario su 10.
Origina quando il muscolo del cuore si indebolisce e non riesce a pompare con sufficiente forza il sangue. Il sangue affluisce con difficoltà ai tessuti e agli organi che non ricevono abbastanza ossigeno e sostanze nutrienti.
L’indebolimento del muscolo cardiaco dipende da numerose cause come l’infarto e l’ipertensione, ma anche disfunzioni del muscolo e delle valvole cardiache, aritmie e infezioni.

I sintomi principali sono:
1) affanno a riposo o dopo uno sforzo
2) gonfiore alle caviglie, per accumulo di liquidi
3) stanchezza
4) aumento o diminuzione di peso ingiustificati
5) palpitazioni
6) senso di vertigine o di confusione
7) pressione bassa (negli stadi avanzati)

La diagnosi di scompenso cardiaco viene confermata da analisi quali elettrocardiogramma, radiografia del torace, ecocardiogramma ed esami del sangue. Anche se la malattia è grave, migliorando lo stile di vita, prendendo i farmaci prescritti dal medico (ACE-inibitori, beta-bloccanti, diuretici, sartani, inibitori dell’aldosterone) o sottoponendosi a specifici interventi chirurgici o impianto di pacemaker e defibrillatori impiantabili, è possibile vivere bene e tranquilli.
Siccome, in generale, i fattori di rischio dello scompenso cardiaco sono gli stessi dell’infarto, le regole di prevenzione sono identiche. Lo scompenso cardiaco comporta limitazioni di tipo sociale (riduzione delle capacità di svolgere le attivit%agrave quotidiane e deterioramento della qualità di vita) e implicazioni economiche legate ai frequenti ricoveri in ospedale e al consumo di farmaci.

La fibrillazione atriale: il cuore matto
La fibrillazione atriale rappresenta di gran lunga la più frequente delle aritmie cardiache. In genere non mette a rischio la vita: si potrebbe paragonare ad una automobile, che, normalmente dotata di 4 cilindri, funziona con 3 soli.
Succede in alcuni casi che il ritmo normale (sinusale) venga sostituito, nella muscolatura atriale, da attività elettrica del tutto scoordinata ed irregolare. Le cellule atriali si attivano elettricamente oltre 300 volte al minuto, ma in modo del tutto autonomo, e non coordinato, tanto che gli atri perdono, durante la fibrillazione atriale, la capacità di contrarsi.

Questo numero elevato di impulsi non passa tutto ai ventricoli (e questo è un bene), ma viene filtrato dal nodo atrio ventricolare che ne lascia passare solo una certa quota, generalmente tra i 90 ed i 160 al minuto. Dal momento che nella fibrillazione atriale gli impulsi elettrici sono scoordinati ed irregolari, anche il ritmo ventricolare risulta del tutto irregolare e per lo più veloce.

Dal punto di vista dei disturbi che la fibrillazione atriale può procurare, questi sono molto variabili: può non essere avvertita del tutto, o dare disturbi lievi, che non impongono l’interruzione delle comuni attività giornaliere. Nella maggioranza dei casi tuttavia, determina cardiopalmo (la sensazione fastidiosa di sentire il cuore che batte forte), che spesso viene notato per la irregolarità dei battiti, ed anche mancanza di respiro (dispnea), ed impossibilità a compiere sforzi, che comunemente si eseguivano senza problemi.

Dal punto di vista della funzione del cuore, questa è evidentemente imperfetta: i battiti sono generalmente troppo veloci, oltre che irregolari, e questo determina la difficoltà delle camere ventricolari a riempirsi adeguatamente di sangue prima di spremerlo fuori. Questo determina in fondo una riduzione del sangue che viene espulso dal cuore nell’unità di tempo (portata cardiaca). Inoltre non è adeguato il controllo della frequenza cardiaca, la possibilità cioè di aumentare il numero di battiti ad esempio sotto sforzo, e di ridurli di notte. La conseguenza rilevante, invece, è legata al fatto che le camere atriali, fibrillanti, perdono la loro capacità contrattile, e per tale motivo il sangue ristagna un poco negli atri, potendo formare al loro interno dei coaguli: questi, nel momento in cui l’atrio acquista di nuovo la possibilità di contrarsi, per ripresa del ritmo sinusale, o anche in assenza di questo evento, possono essere sparati fuori dal cuore diventando emboli, e potendo essere inviati nel cervello: questi eventi rendono ragione del rischio tromboembolico legato alla fibrillazione atriale, che rappresenta sicuramente la complicazione più grave dell’aritmia.
Se inoltre la fibrillazione atriale persiste a lungo con una frequenza cardiaca particolarmente elevata, è possibile che il cuore in toto soffra per tale motivo, inizi quindi a dilatarsi ed in definitiva si instauri un quadro di scompenso cardiaco.