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Articolo Scientifico: Gestione efficace dell’anziano scompensato

Scompenso cardiaco e anziano: programmare la gestione della malattia fa risparmiare

Autori: Donatella Del Sindaco, Giovanni Pulignano, Giovanni Minardi, Angelo Chiantera, Ezio Giovannini et al.

Titolo della pubblicazione: Two-year outcome of a prospective, controlled study of a disease management programme for elderly patients with heart failure.

Rivista: J Cardiovasc Med 2007; 8: 324-329

Nei pazienti anziani affetti da scompenso cardiaco è frequente riscontrare una tendenza alle ricadute frequenti per la non costante aderenza alla terapia, eventi morbosi precipitanti lo scompenso (come infezioni delle vie respiratorie, anemia, scompensi metabolici, alterazioni neurologiche e psichiche) e una maggiore severità della cardiopatia di base.

L’ottimizzazione dei programmi di trattamento non solo della fase acuta, ma anche del follow-up dei pazienti dimessi dopo un ricovero per scompenso cardiaco è un impegno a cui si sono dedicati molti medici, talora anche con l’istituzione, presso i principali ospedali con reparti qualificati di cardiologia, di ambulatori medici dedicati allo scompenso cardiaco. Queste pur importanti iniziative non sembrano sufficienti a garantire un controllo ottimale del paziente anziano con scompenso, poichè è indispensabile il coinvolgimento di più figure professionali (cardiologi, medici di base, infermieri) e di persone direttamente coinvolte nell’assistenza, come parenti, conoscenti e altri assistenti.

Ottimizzare il follow-up di questi pazienti, sempre più numerosi, significa non solo curare meglio la malattia, ma anche migliorarne la prognosi e ridurre i costi sanitari per il suo trattamento.

Il lavoro riporta i risultati di un follow-up a due anni di un programma di gestione della malattia in 173 soggetti anziani seguiti, dal ricovero, da un cardiologo, un medico di base e infermieri addestrati. I pazienti di 70 anni o più, ricoverati con scompenso cardiaco avanzato (classe NYHA III-IV), alla dimissione erano invitati a seguire un programma standardizzato di controlli domiciliari ed ambulatoriali che prevedeva la consegna di una scheda con le indicazioni sulla terapia e i controlli successivi alla dimissione, un’attenzione particolare al rilievo di segni e sintomi, un regime diuretico flessibile. I controlli venivano effettuati nell’ambulatorio specialistico, tramite telefonate di operatori infermieristici e visite domiciliari del medico di base. Ai pazienti venivano consegnati una lista di raccomandazioni scritte, un diario per il controllo del peso corporeo, un numero telefonico del centro, contattabile per 6 ore al giorno, un opuscolo educazionale. Il paragone in termini di prognosi e costi sanitari veniva fatto con un gruppo di confronto di pazienti con le stesse caratteristiche all’arruolamento, affidati ad un controllo di terapia usuale, che non prevedeva una programmazione prestabilita dei controlli specialistici, ma solo un contatto telefonico ogni 6 mesi con i pazienti per avere notizie del loro stato di salute. La valutazione finale è stata fatta su elementi significativi di prognosi, qualità di vita e stato funzionale, qualità delle cure e stima dei costi.

Importante si è rilevata nello studio la connotazione dei ruoli delle diverse figure professionali coinvolte nel programma di gestione della malattia, con un risalto particolare alla figura dell’infermiere che, sebbene non autorizzato a modificare le terapie senza il consulto con il cardiologo, era particolarmente coinvolto nel processo terapeutico con il supporto emozionale, il monitoraggio clinico, l’educazione personalizzata del paziente ad un corretto self-management della malattia, il richiamo ad una corretta gestione dei controlli medici. I risultati hanno dimostrato che un approccio collaborativo, con una programmazione prestabilita e un interesse diretto all’educazione del paziente è decisamente favorevole in termini di prognosi e qualità delle cure, ed inoltre presenta un rapporto costo-efficacia favorevole nel trattamento dello scompenso cardiaco nell’anziano in un follow-up a lungo termine.

Studio condotto grazie a un grant incondizionato di ADRIANO, pubblicato su JCM 2007;
Pubblicato on-line a cura del Comitato Editoriale il 12 Dicembre 2007

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